Lari Pittman
Lari Pittman
19/01/1995 - 28/02/1995
Lari Pittman, 1995.
LARI PITTMAN
Come evidenziato nella mostra collettiva del 1992 “Helter Skelter” organizzata dal MOCA, negli ultimi anni la tendenza generale degli artisti cresciuti a Los Angeles è stata caratterizzata da un progressivo abbandono di un discorso individuale e introspettivo per manifestare invece una volontà di riflessione ed espressione riguardante problemi e sentimenti di interesse sociale e collettivo.
L’iperdecorativismo che contraddistingue i lavori di Lari Pittman assume un significato politico attraverso la fusione e sovrapposizione di simboli, figure e temi appartenenti a diverse ideologie e a diverse culture: carte di credito, siluettes di uomini, donne, organi sessuali maschili e femminili, buffoni e pagliacci, figure ghignanti con arti e organi moltiplicati, libri aperti che sembrano testi sacri ma portano inscritte frasi a sfondo sessuale, frustini, armi e delicati merletti, il tutto immerso in un’orgia di colori e una varietà di materiali, spruzzi di vernice bianca, pagliuzze dorate.
Una raffinata e fredda perfezione tecnica viene impiegata da Lari Pittman come strumento di denuncia di un malessere sociale che trae origine dal consumismo rampante e dalla repressione degli istinti sessuali. L’arte di Lari Pittman è femminista e gay allo stesso tempo, malinconica e ironica, impregnata di opulenza (tecnica e formale) e di promiscuità.
La celebrazione del piacere ottico diventa una sorta di rasoio tagliente per lo spettatore: ci fa entrare in un mondo dove tutti soffriamo e gioiamo le conseguenze di vivere i nostri sogni e i nostri incubi.